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317 atto primo


Eurinome. È necessario effetto

d’un piacer che improvviso inonda il petto.
Toante.   So che riduce a piangere
     l’eccesso d’un piacer;
     ma queste sue mi sembrano
     lagrime di dolor.
          E non s’inganna appieno
     d’un genitor lo sguardo,
     se d’una figlia in seno
     cerca le vie del cor. (parte)

SCENA IV

Issipile, Eurinome e Rodope.

Eurinome. Issipile. (ad Issipile, che s’incammina appresso al padre)

Issipile.   Che chiedi?
Eurinome.   Ah! se non hai
a trafigger Toante ardir che basti,
lasciane il peso a noi.
Issipile.   Perché mi vuoi
involar questo vanto?
Fidati pur di me.
Eurinome.   Prometti assai;
vuoi che di te mi fidi:
ma in faccia al padre impallidir ti vidi.
Issipile.   Impallidisce in campo
     anche il guerrier feroce,
     a quella prima voce
     che all’armi lo destò.
          D’ardir non è difetto
     un resto di timore,
     che, nel fuggir dal petto,
     sul volto si fermò. (parte)