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26 vi - semiramide
Parte del coro.   Sorga poi prole felice,

     che ne’ pregi ugual si renda
     alla bella genitrice,
     all’invitto genitor.
Coro.   Imeneo la face accenda,
     la sua face accenda Amor.
Parte del coro.   E se fia che amico nume
     lunga etá non vi contenda,
     a scaldar le fredde piume,
     a destarne il primo ardor,
Coro.   Imeneo la face accenda,
     la sua face accenda Amor.
Semiramide. In lucido cristallo aureo liquore,
Sibari, a me si rechi.
Sibari.   (Ardir, mio core!)
  (va a prendere la tazza e vi pone destramente il veleno)
Ircano. (Il colpo è giá vicino.)
Semiramide.   (Oh Dio! s’appressa
il momento funesto.)
Tamiri. (Che gioia!)
Scitalce.   (Che sará?)
Mirteo.   (Che punto è questo!)
Sibari. Compito è il cenno. (posa la sottocoppa con la tazza avanti a Semiramide, e va a lato d’Ircano)
Semiramide.   Or prendi,
Tamiri, e scegli. (dá la tazza a Tamiri)
  Il sospirato dono
presenta a chi ti piace;
e goda quegli il grande acquisto in pace.
Tamiri. Principi, il dubbio, in cui finor m’involse
l’uguaglianza de’ merti,
discioglie il genio, e non offende alcuno
se al talamo ed al trono
l’uno o l’altro solleva.
Ecco lo sposo e il re: Scitalce beva.
  (posa la tazza davanti a Scitalce)