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atto terzo 305


LICENZA

Potria d’altero fiume

il corso trattener, Cesare invitto,
chi, nel giorno che splende
chiaro del nome tuo, frenar potesse
l’impeto del piacer, che sino al trono
fa sollevar delle tue lodi il suono.
O non v’è cosa in terra, o è questa sola
difficile ad Augusto; e, se non sei
pietoso a questo error, tutti siam rei.
Sará muto ogni labbro,
se vuoi cosí. Ma non è il labbro solo
interprete del cor. Qual atto illustre
di virtú sovrumana offrir potranno
le scene imitatrici,
che non chiami ogni sguardo
a ravvisarne in te l’esempio espresso?
Ah! che il silenzio istesso,
de’ sensi altrui poco fedel custode,
saprá spiegarsi e diverrá tua lode.
          Per te con giro eterno
     torni dal Gange fuora
     la fortunata aurora
     di cosí lieto dí.
          Ma quella, che ritorna
     dall’onda sua natia,
     sempre piú bella sia
     dell’altra che partí.