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atto terzo 293
Cleonice.   Io so qual pena sia

     quella d’un cor geloso;
     ma penso al tuo riposo:
     fidati pur di me.
          Allor che t’abbandono,
     conoscerai chi sono;
     e l’esserti infedele
     prova sará di fé. (parte)

SCENA IV

Alceste e poi Olinto.

Alceste. Di Cleonice i detti

mi confondon la mente. Ella desia
ch’io la rimiri in braccio ad altro sposo,
e poi dice che pensa al mio riposo.
Questo è un voler ch’io mora
pria di partir. Ma s’ubbidisca. Io sono
per lei pronto a soffrire ogni cordoglio,
e il suo comando esaminar non voglio.
Olinto. Sei pur solo una volta! Or non avrai
chi differisca il tuo partir. Permetti
che in pegno d’amistá l’ultimo amplesso
ti porga Olinto.
Alceste.   Un generoso eccesso
del tuo bel cor la mia partenza onora;
ma la partenza mia non è per ora.
Olinto. Come! per qual ragione?
Alceste. La regina l’impone.
Olinto.   Ogni momento
vai cangiando desio.
Alceste. Il comando cangiò: mi cangio anch’io.
Olinto. Ma che vuol Cleonice? È suo pensiero
forse eleggerti re?