Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. II, 1913 – BEIC 1884499.pdf/276

270 ix - demetrio


fedeltá non si trova. In ogni loco

si vanta assai, ma si conserva poco.
          È la fede degli amanti
     come l’araba fenice:
     che vi sia, ciascun lo dice;
     dove sia, nessun lo sa.
          Se tu sai dov’ha ricetto,
     dove muore e torna in vita,
     me l’addita, e ti prometto
     di serbar la fedeltá. (parte)

SCENA IV

Mitrane, poi Cleonice e Barsene.

Mitrane. Un’aura di fortuna,

che spira incerta, è a sollevar bastante
quell’anima leggiera. Il regio scettro
giá tratta Olinto, e si figura in trono.
Quanto deboli sono
fra i ciechi affetti lor le menti umane!
Cleonice. Olá! scriver vogl’io. (ad un paggio)
  Parti, Mitrane.
Mitrane. Ubbidisco al comando. (in atto di partire)
Cleonice.   Odimi: Alceste
piú di me non ricerca?
Mitrane.   Anzi, o regina,
altra cura non ha; ma l’infelice...
Cleonice. Parti; basta cosí. Senti.
  (a Mitrane, che s’incammina per partire)
  Che dice?
Mitrane.   Dice che t’è fedele:
     dice che alcun t’inganna;
     che tu non sei tiranna;
     c’hai troppo bello il cor: