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atto secondo 195


Adriano.   Tutti nemici e rei.

     tutti tremar dovete:
     perfidi! lo sapete,
     e m’insultate ancor?
          Che barbaro governo
     fanno dell’alma mia
     sdegno, rimorso interno,
     amore e gelosia!
     Non ha piú furie Averno
     per lacerarmi il cor. (parte)

SCENA X

Osroa, Farnaspe, Emirena e guardie.

Emirena. Padre... Oh Dio! con qual fronte

posso padre chiamarti io che t’uccido?
Deh! se per me t’avanza...
Osroa. Parti, non assalir la mia costanza.
Emirena. Ah! mi scaccia a ragion. Perdono, o padre
eccomi ai piedi tuoi. (s’inginocchia)
Osroa.   Lasciami, o figlia:
no, sdegnato non sono:
t’abbraccio, ti perdono.
Addio, dell’alma mia parte piú cara.
Emirena. Oh addio funesto!
Farnaspe.   Oh divisione amara!
Emirena.   Quell’amplesso e quel perdono,
     quello sguardo e quel sospiro
     fa piú giusto il mio martíro,
     piú colpevole mi fa.
          Qual mi fosti e qual ti sono,
     chiaro intende il core afflitto,
     che misura il suo delitto
     dall’istessa tua pietá. (parte)