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176 viii - adriano in siria


SCENA XI

Sabina sola.

Io piango! Ah! no: la debolezza mia

palese almen non sia. Ma il colpo atroce
abbatte ogni virtú. Vengo il mio bene
fino in Asia a cercar; lo trovo infido,
al fianco alla rivale,
che in vedermi si turba;
m’ascolta a pena, e volge altrove il passo:
né pianger debbo? Ah! piangerebbe un sasso.
          Numi, se giusti siete,
     rendete a me quel cor:
     mi costa troppe lagrime
     per perderlo cosí.
          Voi lo sapete, è mio:
     voi l’ascoltaste ancor,
     quando mi disse addio,
     quando da me partí. (parte)

SCENA XII

Cortili del palazzo imperiale con veduta interrotta d’una parte del medesimo, che soggiace ad incendio, ed è poi diroccata da guastatori. Notte.

Osroa dalla reggia con face nella destra e spada nuda nella sinistra.
Séguito d’incendiari parti, e poi Farnaspe.

Osroa. Feroci parti, al nostro ardir felice

arrise il ciel. Della nemica reggia
volgetevi un momento
le ruine a mirar. Pure è sollievo,
nelle perdite nostre,
quest’ombra di vendetta. Oh, come scorre