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174 viii - adriano in siria


Adriano. (Che dirle?)

Sabina.   Non rispondi?
Adriano.   Io non sperai...
Potevi pure... (Oh Dio!) Chiede ristoro
la tua stanchezza. Olá! di questo albergo
a’ soggiorni migliori
passi Sabina, e al par di noi si onori.
Sabina. Che! tu mi lasci? Il mio riposo io venni
a ricercare in te.
Adriano.   Perdona: altrove
grave cura or mi chiama.
Sabina.   Era una volta
tua dolce cura ancor Sabina.
Adriano.   È vero;
ma la cura piú grande oggi è l’impero. (parte)

SCENA IX

Sabina, Emirena, Aquilio.

Sabina. Aquilio, io non l’intendo.

Aquilio.   E pur l’arcano
è facile a spiegar. Cesare è amante:
questa è la tua rival. (piano a Sabina)
Emirena.   Pietosa Augusta,
se lungamente il cielo
a Cesare ti serbi, un’infelice
compatisci e soccorri. E regno e sposo,
e patria e genitor, tutto perdei.
Sabina. (Mi deride l’altera!)
Emirena.   Un bacio intanto
sulla cesarea man...
Sabina. (ritirandosi)  Scòstati. Ancora
non son moglie d’Augusto; e, quanto dici,
misera tu non sei. Poco ti tolse,