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154 vii - artaserse


Artabano. Di che temi, o mio re? Per tua difesa
basta solo Artabano.
Artaserse. Sí, corriamo a punir... (in atto di partire)

SCENA X

Mandane e detti.

Mandane.  Ferma, o germano!
Gran novelle io ti reco:
il tumulto svaní.
Artaserse.  Fia vero! E come?
Mandane. Giá la turba ribelle,
seguendo Megabise, era trascorsa
fino all’atrio maggior, quando, chiamato
dallo strepito insano, accorse Arbace.
Che non fe’, che non disse in tua difesa
quell’anima fedel? Mostrò l’orrore
dell’infame attentato; espresse i pregi
di chi serba la fede; i merti tuoi,
le tue glorie narrò. Molti riprese,
molti pregò, cangiando aspetto e voce,
or placido, or severo ed or feroce.
Ciascun depose l’armi, e sol restava
l’indegno Megabise;
ma l’assalí, ti vendicò, l’uccise.
Artabano. (Incauto figlio!)
Artaserse.  Un nume
m’inspirò di salvarlo. È Megabise
d’ogni delitto autor.
Artabano.  (Felice inganno!)
Artaserse. Il mio diletto Arbace
dov’è? Si trovi e si conduca a noi.