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126 | vii - artaserse |
gli affetti tuoi: non li condanno, e penso...
Eccola. Un mio comando
l’amor suo t’assicuri, e noi congiunga
con piú saldi legami.
Megabise. Oh qual contento!
SCENA IV
Semira e detti.
Artabano. Figlia, è questi il tuo sposo.
Semira. (Aimè che sento!)
E ti par tempo, o padre,
di stringere imenei, quando il germano...
Artabano. Non piú. Può la tua mano
molto giovargli.
Semira. Il sagrifizio è grande.
Signor, meglio rifletti. Io son...
Artabano. Tu sei
folle, se mi contrasti.
Ecco il tuo sposo: io cosí voglio, e basti.
Amalo, e, se al tuo sguardo
amabile non è,
la man che te lo die’
rispetta, e taci.
Poi nell’amar men tardo
forse il tuo cor sará,
quando fumar vedrá
le sacre faci. (parte)