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ATTO PRIMO
SCENA I
Campo di battaglia sulle rive dell’Idaspe. Tende, carri rovesciati, soldati dispersi, armi, insegne ed altri avanzi dell’esercito di Poro disfatto da Alessandro.
Terminata la sinfonia, s’ode strepito d’armi e di strumenti militari. Nell’alzar della tenda veggonsi soldati che fuggono.
Poro con ispada nuda, indi Gandarte.
Poro. Fermatevi, codardi! Ah! con la fuga
mal si compra una vita. A chi ragiono?
Non ha legge il timor. La mia sventura
i piú forti avvilisce. È dunque in cielo
sí temuto Alessandro,
che a suo favor può fare ingiusti i numi?
Ah! si mora, e si scemi
della spoglia piú grande
il trionfo a costui... Ma la mia sposa
lascio in preda al rival? No, si contrasti
(ripone la spada nel fodero)
l’acquisto di quel core
sino all’ultimo dí.
Gandarte. Prendi, signore,
(frettoloso e porgendo il proprio elmo a Poro)
prendi, e il real tuo serto
sollecito mi porgi. Oh Dio! s’avanza
la schiera ostil. Deh! non tardar. S’inganni
il nemico cosí.
Poro. Ma il tuo periglio?