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atto terzo | 225 |
SCENA XI
Emilia e detti.
Emilia. (ad Arbace) Principe, aita!
Arbace. Che fu?
Emilia. Muore Catone.
Fulvio. E chi l’uccide?
Emilia. Si ferí di sua mano.
Arbace. E niuno accorse
il colpo a trattener?
Emilia. La figlia ed io
tardi giungemmo. Il brieve acciar di pugno
lasciò rapirsi, allor però che immerso
l’ebbe due volte in seno.
Arbace. Ah! pria che muora.
si procuri arrestar l’alma onorata. (in atto di partire)
Fulvio. Lo sappia il dittator. (parte Fulvio)
SCENA XII
Catone ferito, Marzia e detti.
Catone. (a Marzia) Lasciami, ingrata!
Marzia. Arbace! Emilia!
Arbace. Oh Dio!
Che facesti, o signore?
Catone. Al mondo, a voi
ad evitar la servitude insegno.
Emilia. Alla pietosa cura
cedi de’ tuoi.
Arbace. Pensa ove lasci e come
una misera figlia.
Catone. Ah! l’empio nome