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È da credere, che a tutte queste colorazioni anomale sottostia una causa comune. Il fenomeno è sempre quello, ma si presenta diversificato, secondo condizioni fisiologiche speciali.

Il prof. Pavesi si propone di tener distinte quelle variazioni di tinte, che sono dovute a ben determinate condizioni fisiologiche, quali non si possono ritenere anormali p. e. alcune variazioni che si connettono coll’età (elichiocroismo), da quelle variazioni, che propriamente si giudicano anomale.

Non pretendo di metter bocca in una così ardua questione. Timidamente peraltro mi permetto di esporre un qualche dubbio sulla precisa demarcazione di una tale distinzione. Tanto più, ch’io vedo, che lo stesso prof. Pavesi classifica il flavismo, col cianismo, coll’isabellismo ecc., tra le vere anomalie di ipercromatismo (pag. 31-32), mentre, per conto della E. citrinella nota (come si è veduto), che il flavismo si manifesta nei «maschi vieppiù adulti», con che si cadrebbe nell’elichiocroismo, com’egli lo chiama, e quindi nelle decolorazioni non anomale.

Comunque sia, non volendo io portar sentenza, certo è, che merita attenzione e studio la concomitanza di questi fenomeni di metacromatismo, messa a confronto col fatto, chiarito assai giudiziosamente dal Pavesi, che i due poli, a così dire, del metacromatismo sono il bianco ed il nero.

Tornando alla mia citrinella aggiungerò, benché ciò esca dall’argomento di questa nota, com’essa si nutre di miglio: è avida de’ pinocchi. Alla vita di gabbia s’adattò subito, senza scontento. Peraltro non prende confidenza: non si lascia mai vedere a mangiare. Le do un pinocchio: non va a prenderlo, finché non è sicura d’esser sola, e non esser vista. Ama spruzzarsi d’acqua, ma anche questo non fa, se è osservata. Sia per iscopo di studiarla, sia per cercare di domesticarla, quasi giornalmente l’ho tenuta un po’ in mano. È sempre riottosa allo stesso modo. Non vuol lasciarsi prendere: s’arrabbia, morde. Non ho