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o con colonne addossate alla parete, o con semplici paraste. E i nicchi, dei quali ancora evvi un avanzo, decoravano l’intercolunnio. Evidentemente nel nostro teatro il portico, anzi che stare al di dentro della cavea, girava all’esterno, sulla verticale del descritto portico del pianterreno e del primo piano.

Vedemmo che sull’estradosso piano delle arcate del portico esterno al pianterreno (Tav. XLVII, fig. 1.a e 2.a) poggiava la trabeazione dell’ordine. Così essendo, questa faceva da parapetto alle arcate dell’ordine superiore, imperocchè sull’estradosso stesso correva il pavimento del primo piano.

Non devo omettere che la orientazione del teatro sia proprio quella consigliata da Vitruvio1, per non avere urti da mezzogiorno, imperocchè la convessità da questo lato impediva che il sole avesse recato molestia agli spettatori.

Per chiarire le cose dette, e per mostrare al lettore tutte le parti interne del nostro teatro, io avrei voluto darne almeno un solo spaccato verticale; però me ne è mancato il tempo, e ne chiedo venia. Ed avrei voluto tanto più soddisfare a questa mancanza per quanto era vivo in me il desiderio di mostrare che, se di molti antichi teatri si andò indagando per ipotesi le varie membra, nel nostro, invece, quasi tutto l’organismo è al suo posto, massime del pianterreno e della scena. Se ventura portasse che il governo si decidesse a farne eseguire il disseppellimento, si metterebbe in luce uno dei più grandiosi edifizii che gli antichi ci abbiano lasciati.


iii. epoca del monumento


Il primo tentro di pietra menato a compimento in Roma fu quello di Gn. Pompeo2, essendosi usato fino allora costruirli di legno. Siamo già adunque sul termine della repubblica. E se Vitruvio già parla della costruzione dei teatri lapidei, egli non omette di dire che ogni anno in Roma si costruivano molti teatri temporanei3 di legno. Il nostro teatro, adunque, non può ri-

  1. Libro V, capo VIII.
  2. Canina, op. cit. vol. 8. capitolo VI, pag. 339.
  3. Op. cit. lib. V, capo V.