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50 MEMORIE STORICHE

tire, i fe’ invitare a salire sul trono paterno, escludendone i nipoti infelici. Da lungo tempo a ciò mirando egli non obbliava nulla per coprire l’iniquo usurpamento, e ’l suo crudele contegno colla vedova duchessa; e per acquistarsi la benevolenza de’ sudditi, e buon nome presso gli stranieri, teneasi amici i letterati, e gli artisti (che al dire del Corio, condotti aveva con grossi stipendj da tutte le parti d’Europa) e la città quanto poteva adornava; cosicchè ebbe a dire il mentovato Lazzaroni che d’una rugosa vecchia fatta aveane un’avvenente ed elegante donzella. Allor fu che la moda s’introdusse d’abbellire l’esterno delle case or con pitture a varj colori, o a chiaro-scuro, or a fregi incavati; del che molte reliquie abbiamo.

Un quadro relativo alla generosità di Lodovico, se non dipinse, almeno immaginò in quest’anno Lionardo. Egli così ne descrive il pensiere in una nota di sua mano che leggesi nel codice segnato Q. 3. fol. 90 a tergo = Il Moro in figura di Ventura colli capelli e panni e mani inanzi; e Messer Gualtieri1 con riveren-


  1. A questo M. Gualtieri come ad uomo generoso e benefico scrive il Bellincioni un Sonetto (pag. 174) per chiedergli un piacere; e ’l Tantio rendendo ragione a Lodovico il Moro, perchè pubblicasse le Rime del Bellincioni: ciò hammi imposto, gli dice»l’humano fidele, prudente et sollicito executore delli tuoi comanda-