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DI LIONARDO DA VINCI. 13

Vasari, che con qualche lautezza vivea, cavalli e domestici avendo, e de’ cavalli volendo i più belli e vivaci; il che far non potea che co’ proprj guadagni. La sua giovinezza, e la vivacità sua gli fecero nascere talora de’ pensieri, che parer possono, e talor furono stravaganti, come il creare de’ pessimi odori, che or noi diremmo gas, con misture di cose inodore, e spignerli invisibilmente nelle stanze per cacciarne chi v’era: il celare allo stesso fine lunghissime e ripiegate budella in modo che, gonfiandole con mantice non veduto, tutto il luogo occupassero: il formare tal congegno, per cui quasi spontanea una tavola del letto s’alzasse a destare e spaventare chi dormìa, e altre simili celie parecchie. Meno inutile fu il suo capriccio di copiare dal vero1 le stravaganti fisionomie che incontrava, per farne le famose sue caricature, nel che


  1. Che Lionardo le copiasse dal vero lo rilevo da suoi disegni, ove sovente accanto alla caricatura trovasi il nome o ’l soprannome della persona rappresentata. Così nella figura inferiore a sinistra (di chi guarda) della Tav. XIV del Gerli leggesi: ol bolgia che porta el capelet in cima al co: alla prima figura a destra della Tav. XVII sta scritto: il S.or Gio. Cirello; e alla sottoposta: S. Hieronimo de la Porta; alle due inferiori della Tav. XIX leggesi a destra D. Jaimes, e a sinistra il S.r Bocal. Alla sinistra inferiormente nella Tav. XXI Capatagn Nasotra; e così di molte altre. Queste caricature, siccome appare da nomi scritti in dialetto milanese, furon certamente disegnate da Lionardo in Milano; ma da ciò pur rilevasi che uso egli era a copiarle dal vero.