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DI LIONARDO DA VINCI. 135

Egli osservò, come un risultato della lettura di tutti que’ codici, che »lo spirito geometrico guidavalo in tutti i suoi studj, o volesse analizzare un oggetto, o volesse concatenare un ragionamento, o generalizzare le proprie idee. Egli sempre volea che l’esperienza precedesse il ragionar sulle cose. Tratterò, dic’egli stesso, tal argomento; ma dianzi farò alcuni sperimenti, essendo mio principio di citar prima l’esperienza, e poscia dimostrare perchè i corpi sono costretti ad agire in tale o tal altra maniera. Questo è il metodo da osservarsi nella ricerca de’ fenomeni della natura. Vero è che la natura comincia col ragionamento, e termina colla sperienza; ma non importa: convienci tenere la strada opposta: dobbiamo, come dissi, cominciare dall’esperienza, e per mezzo di questa scoprirne la ragione. Così parlava Lionardo un secolo avanti Bacone. In Meccanica egli conoscea fra le altre cose la teoria delle forze applicate obbliquamente al braccio della leva: la resistenza rispettiva delle travi: le leggi dello strofinamento dateci in seguito da Amontons: l’influenza del centro di gravità sui corpi in riposo o in moto: l’applicazione del principio delle velocità virtuali a molti casi che l’analisi sublime ha generalizzati a dì nostri. Nella Ottica egli descrisse la così chiamata Camera ottica prima di