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DI LIONARDO DA VINCI. 99

questo tempo Lionardo in Milano in nessuna particolare opera occupato, darsi avea determinato interamente allo studio delle scienze e della letteratura, il che argomento dalla seguente sua nota scritta nel cod. X fol. i, ove annovera i libri o prestatigli, o rendutigli, che aver volle. = Da Messer Ottaviano Pallavicino, il Vitruvio – Dal Bertuccio, Marliano de Calculatione – Da Fra Bernadigio, Alberto de cœlo et mundo – Da Alessandro Benedetto, l’Anatomia – Da Nicolò della Croce, il Dante. La qual nota a due riflessioni ci porta, cioè che parecchi studiosi uomini di chiare famiglie quì v’erano, de’ libri e del sapere amatori; e che versato in ogni dottrina era Lionardo; e tali voleva gli scolari suoi: dal che ne nacque, come notò il ch. Lanzi, che la scuola Lombarda fu sempre più d’ogni altra osservante del costume e dell’antichità.

Morì in questo stesso anno o a principio del seguente il già mentovato ser Francesco Vinci zio di Lionardo; e questi, avendo diritto a dividerne l’eredità co’ fratelli, che gliela contrastavano, determinò d’andare a Firenze; e chiese perciò lettere commendatizie al regio locotenente che gliele promise. Recammo già sul principio di queste Memorie (pag. 17) lo squarcio della lettera scrittagli dal Vinci per impetrare in quest’affare il suo patrocinio, provando noi con essa, che, se legittimo ei pur non era,