Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/276

258

Al Capo II., ove parlasi del Vescovo Wanga, il Sig. Conte Giovanelli fa la seguente considerazione: Io non so, che il Vescovo Wanga avesse fabbricata la torre detta Vanga: essa pare certamente anteriore al secolo XIII. Mi sovvengo anzi d’aver letto in un documento, senza però ricordarmi, in quale e dove, che quella torre formando parte della munizione della Porta bresciana, e di questa essendo investita la famiglia dei Wangen ossia Wanga, era importantissima nei tempi torbidi del medio evo. Io perciò ritenni sempre, che dalla famiglia e non dal Vescovo le fosse provenuto il nome. Egli osserva inoltre, che qui andrebbe registrata anche l’iscrizione, che si legge sulla faccia del Duomo verso mattina, che nomina il Vescovo Wanga, e la fabbrica del Duomo fatta sotto di lui.

Al Capo III., ove si fa parola del famoso tiranno Ezelino da Romano, il Sig. Conte dice, sembrargli degno di ricordanza, che la città di Trento, come abbiamo anche dagli scrittori di quelle storie, fu la prima fra le città soggette al Vicario imperiale in Italia Ezelino, che scosse il suo giogo, e così col suo esempio diede animo alla lega contro la sua tirannia.

Al Capo IV., ove si favella del Vescovo Enrico, e delle guerre, ch’egli ebbe co’ Veronesi, il Sig. Conte osserva, che il Rossi nelle sue memorie bresciane a p. 199 coll’