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Biscioni fu pure in Firenze stampata da Gio. Gaetano Tartini, e Sancti Franchi1 con le prose dell’Alighieri, e dello stesso Boccaccio. Ma tutte queste edizioni sono molto differenti fra loro, e le due prime sono intiere, benchè l’ultima si reputi corretta nella lingua2. E senza parlare di molti, e vari codici a penna, che s’incontrano nelle pubbliche e private librerie,3 e che contengono questo lavoro del Boccaccio, egli è da avvertire aver Giovanni distesa la vita, i costumi di tanto sublime Poeta, come se avesse dovuto scrivere il Filocolo, o la Fiammetta; «perocchè (l’osserva Leonardo Aretino) tutta d’amore, e di sospiri, e di cocenti lagrime è piena, come se l’uomo nascesse in questo mondo solamente per ritrovarsi in quelle dieci giornate amorose, nelle quali da donne innamorate, e da giovani leggiadri raccontate furono le cento novelle, che le gravi, e le sustanzievoli parti della vita di Dante lascia indietro, e trapassa con silenzio; ricordando le cose leggieri, e tacendo le gravi». Nè diversamente pensarono ancora il Vellutello4 il suddetto Biscioni5, il Marchese Maffei6, ed altri, quantunque

  1. Nel 1723. 4.° a pag. 219. e seg. delle accennate prose.
  2. Si osservi ancora che la prima edizione è divisa in capitoli, e l’altre no.
  3. I giornalisti di Venezia (tomo XXXV pag. 232. e 234.) ci dicono che di questa vita ne aveva un testo a penna il canonico Salvino Salvini, il quale sembrava scritto nel 1378. ed un altro il Cav. Anton Francesco Marmi copiato per mano di Paolo di Duccio Tosi da Pisa nel 1420. a 14. d’aprile. Altri codici della medesima rammenta il Biscioni in fine della sua citata edizione. Io ho avuto sotto gli occhi un esemplare di questa medesima vita scritto nel secolo XVII., il quale perchè non portava in fronte il nome di Boccaccio, ma quello d’un Antonio Buondelmonti, che n’era stato il possessore, fu creduto contenere una vita di Dante composta dal mentovato Buondelmonti. Ho notato ciò perchè altri non cada nello stesso, o in altro simile sbaglio.
  4. Nella vita da lui premessa al suo famoso commento sopra Dante.
  5. Nella prefazione posta in fronte alle citate prose pag. VIII.
  6. Nella parte II lib. II della Verona illustrata ove tratta degli scrittori Veronesi (pag. 54 ediz. di Verona 1732. in fol.)