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56 memorie

Batista1 prese il nome di Durante2, quantunque poi sempre Dante si appellasse3. Nel tempo che egli venne

  1. Tanto asserisce l’istesso Poeta in principio del Canto XXV. del Paradiso, ove dopo d’aver detto, che sperava di esser rimesso nella Patria in riguardo al suo veramente eccellente Poema, soggiunse vers. 7.

    «Con alta voce omai, con altro vello
       «Ritornerò Poeta, ed in sul fonte
       «Del mio battesmo prenderò ’l cappello.

    E si avverta che nel Canto XIX. vers. 18. e 19. dell’Inferno aveva ben dato ad intendere, che in Firenze si battezzava nel Tempio dedicato al Precursore di Cristo San Giovanni Batista. Di questo Tempio vedasi per tralasciare ogni altro, Giovan Batista Nelli nella sua bellissima fatica intitolata «Piante, ed alzati interiori, ed esteriori dell’insigne Chiesa di Santa Maria del Fiore ec.» e l’erudita Storia delle Chiese Fiorentine del padre Richa Gesuita tom. V. nell’Introduzione della prima parte del Quartier San Giovanni.

  2. Così costa da più scritture citate in questa Vita, e lo attesta specialmente il già citato Domenico di maestro Bandino Grammatico Aretino nella sua opera intitolata Fons memorabilium Universi che si conserva manoscritto nell’opera del nostro Duomo Part. V. lib. 1. dicendo «Dantes est proprium et usitatum nomen cujusdam Poetae, Philosophi, et Theologi Florentini, ubi nota quod in fonte sancti lavacri Durante fuit sibi nomen impositum. Sed blanditiarum alludio secundum florentinum morem sincopato nomine Dantes vocatus est, quod quidem merito ei competit, quum Dantes per ethymologiam dicatur, quasi dans Theos. idest Dei notitiam, et omnium divinorum. Nullus enim Poeta fuit, qui Dei, Beatorumque gloria auderet suis attingere versibus, nisi Poeta noster, quod ipse profitetur in secundo cantu Paradisi». (vers. 7. e seg.). L’etimologia poi di quest’autore è del gusto del secolo in cui scrisse.
  3. Il Poeta medesimo ce lo assicura nel Canto XXX. del Purgatorio vers. 55. facendosi dire da Beatrice

    «Dante, perchè Virgilio se ne vada,
        «Non pianger anche ec.

    e più sotto vers. 62. egli stesso soggiunge

        «Quando mi volsi al suon del nome mio,
        «Che di necessità qui si registra.

    Dante portava opinione, che il Poeta non doveva, senza incorrere in un grave fallo, nominar sè ne’ suoi versi. Vedasi il suo Convivio.