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vutol’intera dote di sua moglie Giovanna, figlia di Simone q.m Pietro di Tono, ed Ori cento dal detto Simone, dovuti a Pretlio di Caldesio, fratello di Finamonte. La dote della Giovanna era di settecento Ducati di oro buono. Notajo idem.

(Ar.)


1424.


Il vescovo Alessandro investì Baldassare di Tono, anche in nome de’ nobiluomini Antonio e Sigismondo suoi fratelli, e di Giovanni, Ulrico, Alberto, Michele e Vigilio, figli del fu Erasmo di Tono, e in vece di Erasmo e Guglielmo, figli del q.m Vigilio di Tono, e di Tomeo di Filippino di Tono, de’ loro feudi, fra altri dei castelli Belvesino, Visione, Bragherio, Altaguarda, San Pietro, e del dosso di castell’Enno.

(Ar. ed Ip.)


1436.


In questo anno Odorico di castello Tono era Capitano e Vicario di castello Belforte, di Andel e Molveno. E Sigismondo di Tono ricusò la carica di consigliere in Innsbruck offertagli dall’arciduca Ferdinando.

(Ip.)