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mostri anche talora una minor permeabilità pei raggi lucidi.

Noi inclineremmo tanto più volentieri ad ammettere questa spiegazione, che una lunga serie d’osservazioni ci ha svelato dei fenomeni dello stesso genere nella parte opposta dello spettro, relativamente alle irradiazioni calorifiche.

È ormai noto a tutti che il sal gemma è il solo corpo che trasmetta ugualmente ed immediatamente ogni specie di calor raggiante, e quindi il solo che debba impiegarsi nell’analisi del calor solare. Immaginiamo pertanto uno spettro prodotto con un prisma di questa sostanza, e supponiamo che si vada esplorando col termometro la distribuzione del calore nelle varie sue parti - Introducendo il bulbo dello strumento nello spazio che precede il violaceo, vale a dire, nello spazio occupato dai raggi oscuri capaci d’azion chimica, non si osserverà nessun movimento nell’estremità della colonna fluida: una debole elevazione si manifesterà tosto che il bulbo entra nella zona violacea: l’effetto calorifico diverrà gradatamente maggiore di mano in mano che si procede verso il rosso, e seguiterà ancora ad aumentare passata l’ultima estremità colorata dello spettro, sino ad una distanza uguale, ed opposta, a quella del verde; per decrescer poscia di bel nuovo ed estinguersi, alquanto più lontano. Laonde, lo spazio riscaldato non è tutto contenuto nello spazio occupato dai colori, ed una certa sua porzione, equivalente alla metà circa dello spettro, sporge dal limite inferiore. E però lo spettro newtoniano presenta oltre il limite rosso un efflusso calorifico oscuro totalmente analogo all’efflusso chimico scevro di luce che si manifesta al di là del limite violaceo. È facile il prevedere che questa irradiazione calorifica oscura non esercita nessuna azione sulle sostanze fotografiche: infatti il cloruro si conserva intatto, non