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menzione di tali nomi nelle storie o ne’monumenti delle nazioni politeistiche poi ed idolatre, non è prova d’iddii Gn da principio diversi e falsi nè di culto già sviato. Che più? Non paionmi prova di ciò nemmeno i primi due o tre nomi che si trovano aggiunti in ognuno de’ culti; non Brahm mutato in Brama, nè siva e Vishnù aggiunti a questo, non Astarte ed Adone aggiunti a Bel, non Arimane aggiuuto ad Ormusd, non Phre, Kneph è Phta, nè Iside ed Osiride aggiunti ad Ammone, e via via.1 Tutte queste da principio furono moltiplicità non d’iddii, ma solamente di nomi. — Ma, dall’adorazione d’un Dio solo sotto vari nomi, all’adorazione d’iddii vari secondo ogni nome, il passaggio era naturale; dovette farsi nelle genti disperse, variamente parlanti, e perdenti la tradizione cosi facilmente, che sarebbe stato necessario un miracolo continuo, una intervenzione soprannaturale, perchè non fosse succeduto. E Iddio fece tal miracolo per una gente, ma noi volle fare per tutte; ecco tutta la storia della dispersione de’ culti. In fondo alla quale è, per vero dire, il solito misterio della ragione di Dio; ma qni il misterio è forse men fitto che altrove, non è misterio nuovo, è couseguenza del primo, del peccato originale passato e della redenzione futura. Dati l’uno e l’altra, era, se sia lecito dire, un miracolo naturale, intelligibile a nostra mente, che Iddio, abbandonando il genere umano alle conseguenze naturali della corruzione, serbasse soprannaturalmente la successione della verità, quasi germe della futura redenzione. — E siffatta moltiplicazione d’iddii dai nomi vari di Dio spiega poi conformemente ad ogni ragione storica e filosofica un fatto che mi pare essere stato molto male

1 « Gli lddii qui invocati (in uno degli inni compresi nei Veda) sem

> brano a primo aspetto cosi vari come gli autori delle preghiere rivolte» ad essi; ma conformemente alle più antiche annotazioni deiie scritture

> Indiane, questi numerosi nomi di persone e di cose si possono tutti ri

> solvere in titoli diversi di tre divinità, e in ultimo di un soio Iddio. » (Colebrooke, Asiatik reteanket, voi. Vili, Lond. Edit., pag. 395.)—£ sarebbero faciii ad aggiungere molte simili illustrazioni. Aggiugnerò questa’ sola, che mcatra durato anche fra le genti orientali moderne l’uso di moltiplicare l nomi di Dio. Sul mausoleo di Djihan Ghir a Labore, oitre il nome di quel conquistatore, a un centinaio di paroie diverse Arabe e Persiane » significanti semplicemente Dio trovatisi distribuite su varie parti del se

> polcro. » (Burnes, Voyagt à l’Indue, etc.; trad. fr., tomo I, pag. 154.)

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