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una cordicella, chiamare il diavolo, uno scongiuro terribile. Si vuol far morire un amante infedele? Bisogna fare un pignattino di erbe velenose, metterle a bollire innanzi alla sua porta, nell’ora di mezzanotte. Si vuol far morire una donna, una rivale? Bisogna conficcare in un limone fresco tanti spilli che formino un disegnino della sua persona, e attaccarvi un brano di vestito della rivale e infine buttare questo limone nel suo pozzo. La fattura ha uno sviluppo larghissimo; tutta una letteratura strana, talvolta ignobile, di scongiuri e di preghiere; ha una classificazione, per le anime timide e per le anime audaci; ha una diffusione in tutti i quartieri; ha un soccorso per tutte le necessità sentimentali e brutali, per tutti i desideri gentili e cruenti.

Ecco tutto. Cioè, non è tutto. Esagerate venti volte quello che vi ho detto: forse non sarete nel vero. Questo guazzabuglio di fede e di errore, di misticismo e di sensualità, questo culto esterno così pagano, questa idolatria, vi