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Beatrice 39

vina, figure immobili e sorridenti, figure fedeli, forse e forse infedeli, ma sempre piene di fascino, colui che intuisce la loro grazia e il loro potere, le vede, come sono state, nelle mille espressioni di mille vite diverse, negli amori e nelle passioni, negli affetti e nelle adorazioni, nelle tenerezze e negli entusiasmi, le vede, angeli, donne, femmine, talvolta, fatte per la felicità e fatte per la tortura, ma esse sole sorgenti di tortura e sorgenti di felicità: le vede, legate a un uomo coi vincoli creati dall’amore, dal capriccio, dalla consuetudine, forse anche dal disprezzo e dall’odio: le vede, le più alte, quelle che intesero tutta la loro missioue, vivere perchè egli raccolga tutte le dolcezze e tutte le ebbrezze, costoro, le dirette nipoti di Beatrice: le vede, le altre, quelle che non seppero comprendere, ma, almeno, si lasciarono amare, ma, almeno, misero tutta la loro bellezza in omaggio di un’arte o di una scienza. Che importa, se neppure il loro nome è giunto