Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/35


di fr. di g. martini. 15


Gli scrittori delle cose di Siena tengono per opera di Francesco di Giorgio il magnifico palazzo fabbricato in quella città da Jacomo ed Andrea Piccolomini: lo credevano di Pio II, ma l’epoca che ora è fatta certa, lo esclude. Certo questo edifizio non spira lo stile del nostro autore, e fatto dai Piccolomini, ragion vuole che sia disegno del loro architetto Bernardo da Firenze (1).

Negli anni 1460, 1470 egli era impiegato dal suo comune nell’opera de’ bottini per la fonte del campo in Siena, e forse per altre acque, come dai libri de’ debitori e creditori del comune (2). Spiacemi il dover troppo soventi togliere al nostro autore molte opere dategli dalla tradizione ed anche più dall’amor di municipio, ma non posso annoverare tra le cose sue la facciata dell’oratorio della Madonna della Neve in Siena, edificato nel 1470 da Giovanni de’ Cinughi vescovo di Pienza (3), ma nello stile poco elegante di quella facciata io ravviso meglio la mano di Bernardo sopraddetto o d’altri di quella scuola. Riprese poscia lo scalpello ed il pennello, giacchè in quell’aurea epoca non si coltivavano le arti a dimezzo, e chi applicava l’animo agli studi più serii sapeva che una scienza è grado ad un’altra: ora questa universalità di studi è spenta, e se ne adduce il motivo nell’ammirabile incremento delle scienze: ma delle arti che sono figlie della fantasia è forse ora più remoto il limite, o fatta ad esse più scabrosa la via? Certo no, che l’immensità loro è immutabile, e ne fu agevolata la strada dagli studi di chi ne ha preceduti. Questi sono i frutti di un insegnamento che inceppa e d’immaginazioni corte. Il Romagnoli riferisce di lui

    figlia di Antonio futura sposa di Francesco. L’anno stesso (Arch. del Monast. di S. M. Maddalena di Siena) Francesco di Giorgio di Martino è segnato come testimone dell’atto di compra di un podere presso Belcaro.

  1. Vedasi il documento dell’ottobre 1469 n.° LXXX accennato dal Romagnoli e stampato dal D.r Gaye con una giudiziosa nota. Questo palazzo fu poi del collegio Tolomei, ed ora è demaniale.
  2. Archiv. riformag. Vol. 123, classe G. 1469 «come operaio de’ Buttini e della fonte del Campo diè dare L. 3200.» Nel 1470 (id. vol. 124, classe C) «Francesco di Giorgio di Martino operaio della fonte del Campo diè dare L. 3220» ec.
  3. Arch. Riform. Vol. del Consiglio generale del 1470, pag. 139. Gaye, docum. LXXXIX. Delle pretese opere di Francesco pel Cinughi parla anche a modo suo il Deangeli come di cosa non mai combattuta. Biografia degli Scrittori Sanesi, pag. 240 e 334.