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dizioni normali la nostra vita interiore ha un’organizzazione ed una concatenazione propria che si svolge come se non dipendesse dalle condizioni della vita corporea. Sembra quindi che la vita inferiore abbia per compito di rendere possibile la vita superiore per quindi annullarsi e scomparire di fronte a questa: la vita del corpo è come la matrice della vita spirituale ed ogni alterazione sua influisce sullo spirito; ma questo è un nuovo organismo che svolge in se stesso attività e finalità appartenenti ad una sfera assolutamente superiore.

Nella totalità della coscienza lo Spir distingue quattro specie di elementi: le sensazioni, le rappresentazioni, i sentimenti e le volizioni (W., I, 476). Le sensazioni costituiscono l’esperienza obbiettiva, in opposizione all’io; quindi, siccome anche lo Spir riconosce una certa dipendenza della volontà dal sentimento, si può dire che l’io empirico (in stretto senso) è costituito secondo lo Spir da due ordini di fatti; i fatti del sentimento e della volontà ed i fatti della conoscenza. Il sentimento è, secondo lo Spir, il fatto fondamentale dell’esperienza soggettiva: non solo esso è irriducibile alla conoscenza, ma è l’energia che sostiene e mette in moto l’attività conoscitiva. La Natura pur non essendo subordinata nè riducibile mai al divino vi aspira perennemente: onde la necessità continua di mutamento e l’attività incessante. Il sentimento, ciò che è nel fondamento suo ultimo l’individualità umana empirica è un’incarnazione ed un potenziamento di questa attività elementare della Natura: per esso la natura si sdoppia nel soggetto e nell’oggetto a fine di potere poi, nella rappresentazione oggettiva, apprendere come normale (come sostanza) ciò che è in se stesso anormale. Il soggetto è costituito dalla molteplicità dei soggetti empirici, che, pur essendo apparentemente isolati, stanno fra di loro in una comunione originaria, sottratta alla nostra percezione; questa loro comunione nel seno della Natura universale ci spiega non soltanto la loro mutua azione, indipendente dai corpi, ma anche la concordanza loro nell’esperienza obbiettiva. L’oggetto è costituito dalle sensazioni, dall’esperienza obbiettiva, che è correlativa all’esistenza dei soggetti empirici; essa è indipendente da ogni soggetto percipiente, non dalla totalità dei soggetti percipienti (Esquiss., 107). La tendenza dell’unità identica ed immutabile che muove la Natura è il movente primo anche del sen-