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I

COMPONIMENTI BURLESCHI DEL MARINO IN FORMA EPISTOLARE

f

Al padre Naso

Se gli occhi di coloro che festeggiano il vostro naso, amtnirabil padre Naso, fussero archi a pallotte o balestre a bolzoni, vi so dire che giá a quest’ora ve l’avrebbono concio, poiché tutti non hanno altra mira né altro bersaglio, ed è da ciascuno mostrato a dito come la cometa. Iddio grazia, ne avete un bel pezzo, e tale che, se gli fusse trinciato a minuto per cavarne il conto, darebbe da far tre mesi ad un computista. E se la terra producesse simile specie di frutto, vi vorrebbe a portarlo altro che due facchini. come quel grappolo della terra di promissione. Beato voi che, senza menarvi paggi né mazzieri innanzi, vi fate far largo per tutto, perché le genti guardano in voi prima il naso che la persona. E meritamente, percioché il vostro naso Massimiliano vi risiede nel mezo della faccia con tanta maestá e prosopopeia, che par l’abbate di Giugni quando sta alla badiale overo il viceré di Napoli quando si fa portare in seggetta. Io l’ ho rassomigliato alla mula di messer Damiano medico, il cui collo era si prolisso che, quando passava, si vedevano anticipatamente spuntar l ’orecchie, poi comparire a poco a poco la testa, e tardava un’ora innanzi che desse volta al cantone.

L’ombra terribile del vostro naso sesquipedale, quando esce fuora, si stende avante per un gran tratto di strada; onde tutti gridano: — Eccolo, eccolo! ognun si guardi! lasciatelo passare! — Delle dame non vi dico covelle, ché non si saziano di squadrarlo, essaminarlo e discorrervi su con mille contemplazioni, argomentando a minori ad rnaius circa le corrispondenze de’ correlativi.