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successori dopo la morte. E tanto piú ’I conoscerá apertamente quanto men le rimane di quella speranza nel principio da lei conceputa, che quel che Ella di leggere nauseava non dovesse né men alcun altro curar di leggere; posciaché que’ volumi, che ne furono impressi, sono non pure per tutta l’ Italia ma per le piú lontane provincie disseminati e con avviditá riletti e nella latina lingua trasportati. Né può dimenticarsi V. S. illustrissima che, venendo dalla corte catolica al cristianissimo re che se ne stava allor all’assedio di Montalbano, e ritornandosene con esso lui a Parigi, e quivi essendo come autore de’ Paradossi non men frequentemente da’ dotti che per l’altre sue qualitá e dignitá da’ soldati e da’ signori visitato, si doleva meco delle lodi che glien’erano date, dicendomi che non le veniva ricordata cosa da potersi recare ad onore, ma piú tosto rimproverato quella che l’apportava vergogna. Anzi m’affermò che la medesima persecuzione (ché tale V. S. illustrissima l’appellò) aveva in molte cittá della Spagna patito, ritrovandovi appresso uomini di molta dottrina quel libro, che non chiama suo, con altretanta lor buona opinione con quanto suo rossore lo rivedeva. Né potrá negarmi che lo stesso non le sia poscia nelle principali cittá della Fiandra ed in alcune della Magna parimente avvenuto, com’Ella stessa m’ha qui nel mio ripatriar riferito; si che il pensar oggimai che non s’abbiano a piú divolgare o di volgati a non leggere è speranza (coni ’apertamente si vede) perduta. E molto meno io le redirò quel eh ’altre volte in questo medesimo proposito sono stato solito dirle: che la sua modestia potrebbe giudicarsi ambiziosa, volendo anteporre il suo al giudizio di tutti i letterati di Europa. Anzi confesso che V. S. illustrissima ha molta ragione di rammaricarsi, percioché poscia ch,e m’ha conceduto ch’io vedessi gli stessi Dialoghi nella lor vera forma, conosco la differenza cosi notabile fra quegli stampati e questi manoscritti, eh ’Ella giustamente si duole della publicazion de prima (non perciò condennando que’ valentuomini che l’approvano, percioché essi stimano buono quel che poscia a vista dell’ottimo par che divenga men buono, coni’ il lume della candela in sé chiara, sopravenendo un doppiere, sembrará