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acquistare quanto l’è stato il venirle per mezzo di quel fortunoso avvenimento non pur quella parte de’ Dialoghi di V. S. illustrissima, che, quivi rubbati, d’una in altra mano passando, furon finalmente sotto titolo di Paradossi impressi in Melano, e l’altra parte di essi eziandio, ch’io veggo or lei di necessitá costretta a publicar suo malgrado; ma tutti i parti parimente del suo fecondissimo intelletto ch’Ella tiene si rigidamente soppressi. Nella sconfitta degli eserciti perditori suolsi le piú volte ne’ bagagli patir saccomanno, ma ne’ vittoriosi, come allora il catolico, è accidente assai rado; ed altretanto che’ rubbatori per troppo avviditá della preda la si perdano, com’awenne a coloro che, venuti nel dividerla tra sé in contesa, si lasciaron nel fiume la valigia cadere, entro cui que’ Dialoghi si serbavano; e vie piú ch’a capo del terzo giorno si ritrovassero e ricoverassero dal cupo fondo di quell ’acque correnti. Ma dove piú chiaramente per mio avviso risplendono i raggi della previdenza divina (ad antiveduto fine operante) si è Tessersi ritrovate le carte, ov’erano i Dialoghi scritti, parte dall’acqua e dal limo guaste e parte che leggere e trascrivere si poterono, onde fossono poscia si sconciamente stampati che V. S. illustrissima s’avesse non tanto della perdita quanto del ricovero avuto a dolere. Conciosiaché, se non si fossero giammai smarriti o quivi del tutto perduti, il mondo non n’avrebbe né quella né altra copia di volontá di lei ottenuto, essendo Ella a publicar cosi questa come tutte l’altre sue opere si renitente; ma s’allo ’ncontro si fossero tutti intieramente ritrovati e publicati, avrebbe si bene i Dialoghi avuti, ma soli, rimanendo Ella a rispetto degli altri suoi scritti nella sua pristina opinione di celargli. Lá dove, essendo ora usciti fuora cosi disordinati e stravolti (scambiati i titoli d’essi e’ nomi de’ favellatori e mutate T introduzioni a’ ragionamenti e in gran parte il trattamento stesso delle materie), che, non patendo di vedergli si travvisati, non ha potuto (com’Ella confessa) per molte volte che l’abbia in man presi sofferire di leggerne due carte intiere; s’avviserá ottimamente quanto s’ingannino coloro che, soprastando a publicare le cose da essi scritte, lasciano che ’l debban fare o gl’involatori ’n vita o’