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Io non ebbi mai si fatte pretensioni, dico di concorrere o di contendere col Tasso, anzi riverisco la sua memoria come sacra e ammiro il suo spirito come divino. Niun è che meglio di me conosca le imperfezioni e i mancamenti dell ’Adone; ma si come son il primo a confessarmi de’ suoi peccati, cosi sarò sempre il primo a scusarlo di quel che non peccò. Che il genere della Gerusalemme sia diverso non si nega; che lo stile sia piú magnifico, piú laconico, piú poetico e piú ricco, questo ancora si concede; ma che in quel mio poemazzo non sia pur qualche particella che gli si possa contraponer ed esser contrapesato alla medesima bilancia, di questo me ne riporto al vostro giudizio.

Rompansi pur il capo i signori critici disputando fra loro se con quel nome si debba battizzare: so che chi volesse far l’apologista averebbe mille capi da poterlo far passar per epico. E se bene favoleggia sopra cosa favolosa, si sa nondimeno che la favola antica ha forza d’istorica; ma se altri non vorrá chiamarlo «eroico» perché non tratta d’eroe, io lo chiamerò «divino» perché parla de’ dèi. Voi l’ intitolate «poema fantastico e fuor di regola», e dite che non può cadere la comparazione, perché sarebbe come voler rassomigliar V Eneide alle Metamorfosi. Adunque, secondo voi, di necessitá ne segue che quello delle Metamorfosi sia poema irregolato e fantastico, né vi soviene di quello che lasciarono scritto molti di coloro che di quest’arte hanno trattato, cioè che si può fabricar poema non solo d’un’azione d’una persona e d’un’azione di molte persone, ma anche di molte azioni di molte persone, se bene non sará cosi perfetto secondo la mente d’Aristotile. Parlo delle Metamorfosi (intendetemi bene) e non dell ’Adone, percioché l’ Adone non è azione di molte persone ma d’una sola; e parlo in quanto alla parte della disposizione, perché circa l’arte, come sono l’invenzione, il costume, la sentenza, l’elocuzione, io non credo che Virgilio passi molto davantaggio ad Ovidio, né che il poema delle Trasformazioni a quello de\V Eneide abbia da ceder punto. Anzi, se non avessi paura d’esser tenuto matto molto piú di quel che dubbitate d’esser tenuto voi per aver detto quello sproposito, direi con ogni libertá che tra uno e l’altro è quella differenza