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per unirle insieme, se ben dubito d’avere a ritrovarvi delle difficoltá: con tutto ciò non lascerò di tentarlo.

Il signor viceré mi fece chiamare e mi mandò la sua gondola, su la quale io mi tragittai a Santa Lucia, dove mi aspettava la sua carrozza. Fui introdotto a Sua Eccellenza dal secretano Consales, il quale è poeta e galantuomo. Non mi distendo a raccontare le cortesi accoglienze ed offerte che mi fece, perché me ne vergogno. Dice che negl’intervalli delle sue occupazioni vuol essere spesso meco, e l’altra sera venne a Posilipo e volse parlarmi domesticamente. Certo è signore gentilissimo e di somma bontá.

V. S. potrá facilmente aver distinta relazione di tutti questi particolari da mille persone. Ed io le giuro Iddio che non credeva di dover ricever mai la millesima parte di tanti onori che ho ricevuti nella mia patria. Son sicuro ch’Ella ne sentirá gusto, perché so quanto mi ama.

Per grazia, V. S. mi saluti caramente tutti gli amici, specialmente il mio carissimo signor Preti, e consegni l’inclusa, che va al mio procuratore, al signor Salviani. E sappia ch’io mi muoio di desiderio di riveder Roma, perché tutte l’altre delizie mi paion nulla, ritrovando qui penuria di veri N... E con tal fine le bacio le mani.

Di Napoli [maggio 1624].

P. S. — Mi sono sopragiunte in un medesimo punto due lettere di V. S., alle quali per ora non rispondo, perché non ho tempo.

All’illustrissimo signor cardinale Scaglia mille profondissime riverenze.

CCXXV

Al medesimo


Intorno allo stesso argomento. Dá inoltre istruzioni circa alcuni quadri e ossequia il Cardinal Scaglia.

Io sto dato al diavolo, perché non veggo ancora comparire cotesto benedetto ordine per liberare i miei libri dalla dogana.