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qui del tutto e vedrò ciò che si potrá fare: poi le ne darò aviso. Ed assicurisi pure che qui ha un servitor vero che non mancherá di diligenza. Onde, se la cosa è fattibile, ancorché difficile, mi confiderò di tirarla ad effetto per mezi e per favori. V. S. mi ami, mi scriva e mi comandi. E le bacio le mani.

Di Roma Tt623 O 1624].

CCXXII

A don Lorenzo Scoto


Essendosi smarrita una balla contenente pitture, desidera che il Brandin e lo Scorza ridipingano per lui i quadri giá fatti.

Giá vi scrissi, intorno alla rappresentazione da farsi nel natale del serenissimo signor duca di Savoia, che il suggetto si poteva togliere dall’ A chi Ile ide di Stazio, cioè fare il nascimento e l’educazione d’Achille, dove entrerebbono Teti, Chirone e simili personaggi. Poi quanto piú vi ho specolato sopra, tanto piú me ne son compiacciuto, e credo che anche voi farete bene a risolvervi in questo.

Ora vi prego che, se mai mi avete favorito di buon cuore, al presente mel facciate conoscere con effetti piú vivi in cosa che molto mi preme. Voi sapete ch’io giá m’imbarcai, infin di Francia, a fare una galeria di pitture di diversi maestri eccellenti. Ritornato in Italia ebbi aviso che tutte le dette pitture si erano perdute, con essere state tolte da’ corsari. Alora io per ricuperare almeno parte de’ quadri perduti con danari, vi scrissi e pregai che ne faceste fare le medesime favole dal Brandino e dallo Scorza. Appresso mi fu data speranza da Lione e da Marsiglia che la balla dove erano le pitture si ritrovava in salvo. Onde io mi mossi a rescrivere che non occorreva piú trattar di rifare i detti quadri, poiché non erano presi da’ turchi. Ultimamente ho ricevute fresche novelle che in effetto la detta balla è pure andata nella malora. E se bene ho fatto scrivere in Barbaria per vedere se se ne può ricuperar qualche cosa per quatrini, io non voglio stare a questo e l’aspettare mi è di