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miite metafore rinaldesche, sissesche, vannettesche, marinesche ed acchillinesche; le quali quanto all’orecchie degli studentuzzi e de’ pedagoghi e de’ poetastri arrecano maraviglia, altrettanto fanno ridere i galantuomini e quei c’hanno senno. Ma perciocché V. S. mi disse nella detta sua vecchia lettera che l’autor d’esso libro si trovava essere in Roma in abito di soldato, anzi con nome di capitano, e che egli si vantava di molte cose, e fra l’altre d’essere stato liberato in virtú di questo suo volume da una lunga prigionia militare, dove un gran principe l’avea rattenuto molti anni; di ciò solo voglio che sia il nostro ragionamento.

E rispondendo a quella parte della lettera dove V. S. mi pregava che, s’ io avessi in altri tempi conosciuto il personaggio e sapessi qualche cosa della detta sua ritenzione e cattivitá, gliel’awisassi, le dico ch’appunto io sono informatissimo del tutto. Sappia V. S. che non è bugia ch’egli sia stato lungo tempo in prigione e fattovi anco porre da un gran potente. Ma la carcere era simile all’antica Deio dell’Arcipelago, overo alla moderna Brandaria del mar del Norte, cioè non era ferma ma vagabonda. Aveva oltracciò le muraglie di legno ed il tetto di panno, con fosse intorno ampissime d’acqua salata, le quali il prigioniero battea qualche volta con un lungo bastone in compagnia di molti altri suoi sozi, e ciò per far che l’edifício caminasse. Né credo che da principio egli fusse condutto lá dentro come fatto prigione in guerra, ma come condannato per altra occasione men degna di gran lunga, non essendo egli statovi mai per soldato, ma con un titolo assai inferiore. I soldati veri non hanno la picca si grossa e si spuntata come in quel luogo l’avea egli, né vanno si rasi di barba e di chioma: hanno ferrata la testa e non i piedi, s’esercitano armati e non nudi, militano sotto la bandiera e non sotto la vela, ubbidiscono alla tromba e non al fischio, si movono a suon di tamburo e non di bastonate. Insomma, per uscir di gergo, la veritá del fatto è che ’l poverino non è stato sulla galea al soldo, ma è stato in galea al biscotto. Per quale operato delitto, io non so chiaramente, se non che un giorno che ’l signor Giovan Francesco