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dal nostro calore con questo intento principale dalla nati ra viene trasmutato nella nostra sostanza. Il medicamento poi non ci nudrisce per sé ma per accidente, peroché non è convertito nella nostra sostanza per ripararla, ma rimove gl’impedimenti della nutrizione e Io fa in questa guisa. Irrita la natura come suo nemico, ed irritata la natura lo scaccia da sé, e scacciandolo scaccia ancora quegli umori nocivi che per la simpatia e per lo simbolo avevano contratta affinitá con lui ; e cosi la stessa natura, liberata in tal guisa dalle cause, per cosi dire, morbifiche, s’essercita senza impedimenti intorno agli uffici del vivere. E se talora avviene che il medicamento, per la debolezza della facultá espultrice o per la languidezza dell’ irritamento ch’egli suol fare, rimanga dentro il nostro corpo, poiché, come dissi, non è capace per lo piú di passiva trasmutazione nella nostra natura, senz’altro non può se non cagionare gravissimi danni. E questo è quello ch’io dubito nella polvere chimica ch’io v’ho mandata; peroché, come cosa minerale e non vegetale, infallibilmente non può trasmutarsi nella nostra sostanza, e però non può essere cibo. Resta dunque che sia o veleno o medicamento. Veleno non è: dunque, medicamento. Ma perché non si veggono segni evidenti (o sia la debolezza della sua attivitá od altro) ch’ella esca del nostro corpo, dubito che non cagioni qualche grave danno e che dalla mora, ch’ella contrae in noi, non sortisca quella ragione di veleno, che non avrebbe in se stessa se fosse validamente espulsa da noi.

Voglio per corolario soggiungere due parole. E sono: che tutte le cose spagiriche e chimiche ricevute dentro al nostro corpo, se irritando la natura sono poscia dalla natura cacciate in compagnia di quelli umori che simbolizano con loro, io assolutamente le approvo nella medicina; ma per lo contrario, cosa chimica, ricevuta a fine che resti dentro o per confortativo o per ristorativo, io l’ho per perniziosa, perché, nascendo dal genere minerale e non dal genere vegetale, egli è impossibile che in alcun tempo si trasmuti in noi. E qui io conchiudo che tutti gli ori potabili e tutti gli elisiri chimici, ’he si prendano per altro che per irritativo, siano dannosissimi