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Dai consigli di lui e dalla vostra elezione non può aspettare il mondo altro che risoluzioni divine. E divina risoluzione apunto sará, s’al partir delle vostr’armi resterá con noi la desiderata pace. Quei tre soli rimanenti erano quei tre personaggi, ben noti al mondo, che assistono alla ineffabile integritá del vostro reai Consiglio.

Ma torniamo a Susa. Era cosa fatale, o Sire, che i vostri gigli e fiorissero e prevalessero in Susa, peroché il nome di «Susa» nella lingua persiana significa «giglio», e la famosissima cittá di Susa, che fu la reggia di Ciro, non altronde prese il nome che dalla moltitudine dei gigli che con inaudita felicitá fiorivano sotto quel cielo. Memorando avvenimento è stato questo: che i primi avisi del vostro arrivo, anzi le prime voci del vostro nome hanno vinte le guerre, liberate le cittá e sollevato un amico. Finora il combattere e ’l vincere è stata una stessa cosa in voi ; ma ora i soli dissegni delle future pugne v’hanno reso vittorioso: e cosi, mentre le vostre vittorie prevengono le battaglie e mentre i vostri trionfi precorrono le vittorie, l’Italia confessa e predica che piú vincitore vi fanno le palme che le spade e piú invitto vi rendono gli allori che le celate. Per l’avvenire le bocche della Fama faranno colpo maggiore avventando il vostro nome, che non fanno le bombarde negli esserciti o nelle muraglie ostili. La vostra destra, o Sire, che ha saputo in Francia piantar tanti cipressi, che ha potuto nutrir tanti allori, coltivar tante palme e ridur tanto sangue rubello a fecondarvi piante si gloriose, ha benanche saputo e potuto coronar d’ulivi francesi l’ Alpi gelate, e con inaudita celeritá farne gustar i frutti alla famelica in un punto e fortunata Italia.

Con cotesta azione, o Sire, avete di nuovo giustificati i giustissimi titoli di «giusto», ed avete aggiunto un piropo alla corona della vostra magnanimitá. Ora l’afflitta GierusaIemme v’aspetta per sigillar le vostre glorie. Ite, o Sire, e quel sacro sasso sia cote al vostro religioso sdegno. Ite per Forme del vostro Goffredo, ché da quell’urna beata onde risorse Cristo risorgeranno alla vostra mano palme immortali.