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morto i] cuore nel petto a le muse, sia svenato il fonte caballino, i piú fini allori di Pindo hanno perduto il verde, né piú al ventillamento soave de le corde dolcissime d’un’angelica lira si scuoteranno le rose di Cipro o tremoleranno i mirti d’ Amatunta; ma bene correrá lagrime il Sebeto e mille cori di cigni gli andaranno teneramente cantando l’ esequie finché dureranno i secoli.

Ma perché sul morire egli condannò al foco tutti i suoi manuscritti e satirici e lascivi, dobbiamo rallegrarci; poiché, se quelle fiamme amorose, ch’egli, tratto da furore divino, accese tra le sue carte poetiche, furono di tanto splendore al suo nome in terra; queste ultime fiamme, rigorose punitrici degli errori suoi, gli splenderanno eternamente alla gloria dell’anima in paradiso, come si spera; poiché quante faville volarono da quegli scritti accesi, tanti si videro vivi argomenti della sua contrizione. Benedette faville, che furono forriere de lo spirito del gran Marino. Noi, signor Girolamo, per unirci, quando che sia, col nostro principio, immitiamo il suo fine. E vi bacio le mani.

[Bologna, aprile 1625].

CV 1 II

Di Girolamo Preti

Accusa ricezione di una lettera speditagli dall’amico per mezzo del signor Gaggi, e invita l’Achillini a venire a Roma in occasione del giubileo.

[Di Roma, 1625].

CIX

Ad Antonio Lamberti


Lodi di un predicatore, probabilmente lo stesso padre Fortini di cui nella lettera seguente.

Abbiamo qui tra gii aitri un predicatore capuccino in domo, il piú grande apostolo che mai nel corso di mia vita io abbia udito; dalla bocca del quale, benché per lo piú escano concetti di scrittura sottili e stupendi, e benché la dottrina sia profonda,