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XCVII

Di Giambattista Marino

Include una lettera di raccomandazione del Cardinal di Savoia.

Signor Achillini caro caro, eccovi la lettera del signor Cardinal di Savoia, il quale l’ha scritta con efficacissimo inchiostro, non tanto per compiacere a me quanto per far cosa grata a voi. Non bisogna adunque ch’io ve la venda cara, perché mi costa poca fatica per la pronta disposizione di questo prencipe, inclinatissimo a stimare il vostro merito, come deve far tutto il mondo. Havvi poi il nostro piú che gentile signor conte Lodovico d’Aglié, il qual vi essibisce ogni suo potere e vi saluta affettuosamente con la mia penna. Vedete pure s’altro vi occorre e valetevi di me con quella ingenua libertá con cui io farei di voi; ché s’ad un minimo de’ vostri interessi è necessaria la mia persona, metterò l’ali al piede per servirvi, come le metto al cuore per visitarvi. O Dio, mi struggo di desiderio d’ abbracciarvi. Ma basta: forse in breve ci rivedremo. Vivete felice, amatemi, scrivetemi, comandatemi e raccomandatemi a voi stesso, che siete la metá dell’anima mia.

Di Roma, adí 8 di decembre 1623.

Vi mando l’inclusa lettera aperta col suggello volante, accioché vediate se sia calda o no.

XCVIII

A don Virginio Cesarini


R ingraziamenti.

[anteriore al 1624].

XCIX

Al signor don Vincenzo barone di Aspromonte in Sicilia


Ne loda le poesie, proclamandolo il Petrarca della Sicilia, e invia un sonetto.

[Di Ferrara, non posteriore al 1624].