Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/174

XCI

Al principe Aldobrandini


R eplica alla precedente lettera.

[Bononiae], tertio nonae martias 1622.

XCII

Del Cardinal di Cremona

Tratterá coi dovuti riguardi Tommaso Dempstero, a lui presentato per lettera dall’Achillini.

Di Roma, li 18 di ottobre 1622.

xeni

Al signor Girolamo Preti

Dá il bene giunto al Marino, arrivato a Roma da Parigi, e loda l’Adone.

Date il ben giunto al Marino per me, e ditegli che all’aviso che m’avete dato del suo desideratissimo arrivo ho, dirò quasi, decimato il fiore dello spirito mio e, avendolo inzucherato colla memoria de’ suoi dolcissimi versi, gliene condisco un saluto; e soggiungetegli che collo stesso condito priego il bel ciel di Roma che gl’ influisca quelle fortune che a me con tanta costanza negò sempre. Ma che bisogno ha egli di fortuna? Il suo lauro è giá divenuto reggio e le sue glorie con beato vantaggio suppliscono i diffetti della fortuna. Io sto con impazienza aspettando il suo poema. E passo intanto la vita su questi colli del Sasso, ed in questo punto m’affatico intorno a certe strade fresche ed erbose; e vedreste cento piante inchinarsi ai miei pensieri, perch’io possa illustrar coll’ombre, perché non posso con altro, questi miei poveri e paterni terreni. Insomma io preparo seggi e drizzo passeggi proporzionati alla lezione di si gloriose fatiche. E vivo sicuro che umano ingegno nel suo corso vitale, se legge