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solo di cibo vien conceduto quanto per conservazion della vita gli può bastare.

Quid mirandum aeque memorerá, super omnia victum quam tenuern, quarn magna sibi ieiunia poscant?

Quippe solet satis esse, ipsutn dum corpus alatur, dum superet vita, et tantum ne membra fatiscant.

Discorrevasi, come si dee molto ben ricordare V. S., in quella nobile raggunanza, del modo di formar i traslati; quando, da chi sa molto bene che dal pelegrino nasce il mirabile e dal mirabile lo splendore di poesia, fúr prese l’armi in favore di quegli ingegni, che in questo negozio, non guardandosi molto intorno, all’altezza della novitá se ne poggiano risoluti ed arditi.

10 allo ’ncontro, come in ogni altra cosa, cosi nell’ardire a quel gran greco, il cui nome dalla fortuna per ironia mi fu posto, inferiore, e solo imitatore di lui nell’essere riverente discepolo del suo maestro Aristotile con religione che altrui può per avventura parere superstiziosa, l’autoritá di lui, di forti e salde ragioni armata, m’argomentai di difendere, non osando di uscir de’ termini da lui prescritti e temendo di parer al giudicio de’ meglio intendenti anzi temerario che ardito. E perché né il luogo né

11 tempo ci concedette di passar allora piú oltre, io pertanto per la mia parte vengo a difender ora con quattro colpi solo la causa mia, a tutto quello però rimettendomi che dal suo giudicio ne fia decretato; il quale infin da ora, per quel che a me può toccare, fo io giudice di questa lite, e prometto di sottoscriverne la sentenza, cotanto deferisco io all’autoritá del mio signor Achillino.

Il proceder cauto e guardingo in ogni genere di parlar figurato, ma principalmente nel parlar metaforico, ho creduto io sempre, per la dificoltá dell’impresa, molto prudente conseglio. La qual dificoltá tal e tanta fu sempre, che quell’altissimo ingegno che tutto seppe, io dico Aristotile, a cui non par verisimile che nulla dovesse parer dificile, parlando nondimeno della metafora, cosi nella sua Poetica ce la descrisse: «Caeterorum magni negotii est in supradictis singulis a decenti non discedere.