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mi sento subito il Dardano e il Catena nel cuore e divenir tutto Flaminio Rubeo; né mai vi contemplo che non mi si mova l’Alicarnaseo e non mi si gonfi Pietro Crescenzio. Che vi pensiate poi che vogli, se non altro che baciarvi il Roccalini, toccarvi Senofonte e scherzarvi alquanto sul Panciroli e scotervi dalla camicia Luigi Pulci? Ma se io potessi per una volta metter l’Anguillara nel Guazzo e far con voi il Cavalcanti o il Calcagnino, non averei invidia al Paradisi né cambierei il mio stato col Papazoni e mi terrei per sempre Beatiano e Feliciano. Perdonatemi se io son troppo Ausonio, perché lo Sforza mi fa aprire il Boccaccio a dir si fatte cose, le quali so che non hanno del Bonarelli.

Voglio descrivervi la mia persona. In quanto alla statura, non son Quinto Curzio né Dionisio Longino, non ho del Summo né del Brevio; ma ancorché non sia Celio Magno né Valerio Massimo, con tutto ciò non son neanche il Piccolomini. Quanto alla proporzione, non son né Macrobio né il Grasso. Quanto al colore, se non ho il Rossi e ’l Bianchi nella faccia, non son però neanche messer Brunello. Ne’ capelli, se non vi ho il Biondi, né vi ho però il Negri: il simile vi dico del Pelo, percioché non tiro al Barbuto né al Barbazza. Né son Seneca, ma Giovenale; non Strabone né Zoppio; e insomma tutti li miei membri hanno tanto del Belloni che niuno può far loro il Tasso; e sono il Poliziano, e sopra la mia persona non trovarete il Magagnati. Son Ingegnerò e, quello che piú importa, non mi manca l’Ongaro né il Paoli né ’l Scarsella, e per grazia di Dione non vo mendicando il Panigarola.

S’ Amore sará Equicola, Giustino e Giustiniano, so che non mancherete di Donarmi dopo tante tempeste un Svetonio Tranquillo; e se ciò farete, io vi prometto di esser non solo Bentivolio ma il Tacito. Ma oimè! che avete il cuore Petrarca e l’anima Marmita, e séte tanto crudele che parete allevata nel Parabosco o nel Grotti e ch’abbiate conversato col Tignili, col Leoni e con l’Orsi e Lorieni. Ben vi giuro per Dioscoride che, se il Fortunio mi sará in contrario che non vogliate risolvervi di farmi Pomponio Leto e che mi diate per vostra grazia il Bandelli, io, per mostrarvi che sono amante Fidenzio e nel portarvi amore Stazio e Constanzo, sarò constretto di montare su lo Scaligero e farmi stringere lo Strozzi dal Boiardo e rimaner in aria con Pendasco. Cosi questi occhi miei, che son ora Luciani, diverranno Claudiani e sarò Martirano d’ Amore.