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GLI SPETTACOLI
67S
219.Eran le smarre ben temprate e dure,
quantunque oltre il dever lunghe e sottili.
Guerrin sorride, e dice: — Altre armature
si convengon che queste a cor virili.
Parmi un scherzar da pargoletti, o pure
un pugnar da guerrier codardi e vili.
A dirti il ver, meglio amerei provarmi
con la spada di fil, che con quest’armi. —
220.— A chi pace non vuol, guerra non manca
Marzio risponde —: in campo ecco mi vedi.
Voglimi o con la nera, o con la bianca,
pronto sempre m’avrai, qual piú mi chiedi.
Non vuol Ciprigna che la coppia franca,
che giá nova disfida ha messa in piedi,
la festa sua si dilettosa e lieta
macchi di sangue, e glie! contende e vieta.
221.Grida Guerrino: — Almen fa’ che sien tolti
da le punte de’ ferri i duo bottoni,
né sien da’ colpi eccettuati i volti:
mantenga poi ciascun le sue ragioni. —
— Non creder ch’io miglior novella ascolti,
né men brami di te quel che proponi —
replica Marzio, e freme iratamente,
onde Vener costretta, al fin consente.
222.Non molto in lungo andò tra loro il gioco,
né l’un de l’altro ebbe la man men presta.
Si serrár tosto insieme i cor di foco,
e la mira pigliaro ambo a la testa.
Onde l’assalto lor, che durò poco,
si terminò con azzion funesta,
e passato e squarciato a l’improviso
l’un con l’occhio restò, l’altro col viso.