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227.Dunque un vii fante, uno stranier donzello,
veduto a pena, avratti in sua balía?
S’avien ch’ad altrui grato, a te rubello
ti rifiuti e discacci, oimè che fia?
Dal fier Demogorgon con qual flagello
punita allor sarai di tua follia?
Qual castigo n’avrai grave e severo
dal tuo gran padre, c’ha sotterra impero? —

228.Qual peregrin, che per oscura valle
move notturno e malsecuro il piede,
e per la cupa nebbia il torto calle
del vicin precipizio orbo non vede,
s’improviso balen gli occhi o le spalle,
squarciando l’ombre, o luce altra gli fiede,
volge con passo ancor dubbio e tremante,
fuggendo il rischio, a buon camin le piante:

229.tal proprio a quel parlar verace e saggio
de la cieca d’Amor l’animo afflitto,
che smarrito d’onor l’alto viaggio,
Torme seguia del vago cor trafitto,
quasi riscosso da celeste raggio,
súbito si rivolse al sentier dritto.
Giá se stessa riprende, e giá s’appiglia
a la scorta leal che la consiglia.

230.Di tutto ciò Tadulatrice accorta,
di contrario licor tempra l’unguento,
e con piú dolce medicina apporta
refrigerio a l’ardor, tregua al tormento.
Le sorride sott’occhio, e la conforta
cosí parlando: — E che sciocchezze io sento?
Odi sano parer, consiglio degno
di saggia mente, e di maturo ingegno!