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Ó52
GLI SPETTACOLI
115.Sorse Venere bella, e seco tolti
tra mille lumi i peregrini Dei,
lor provide d’alloggio, e fur raccolti
ne l’ampia reggia ad albergar con lei.
Sgombra fu la gran piazza, ancor che molti
de’ riguardanti e nobili e plebei
vòlser per non lasciar gli agiati luochi
aspettar nel teatro i novi giuochi.
116.Giá lampeggiando in ciel l’Alba traea
da le nubi notturne auree scintille,
e còlte giá dal seminario avea
de le rugiade mille perle e mille,
onde con larga mano ella spargea
dal vaso d’oro innargentate stille,
innebriando di celesti umori
l’aviditá, l’ariditá de’ fiori:
117.quando Ciprigna ad ordinar le cose
del dí secondo uscí del ricco albergo,
e de’ lottanti al vincitor propose
fiero Molosso, a brun macchiato il tergo,
ch’avea di piastre terse e luminose
d’acciar dorato intorno un forte usbergo,
e d’un cuoio durissimo ferrato,
aspro di punte d’oro, il collo armato.
118.Col novo premio e con la luce nova
ecco piú d’una tromba ad alta voce
de la lotta citar s’ode a la prova,
ed incitar la gioventú feroce.
Súbito presto a comparir si trova
Cisso il Tebano, e Batto il Cappadoce,
e Clorigi è con essi, e Vigorino:
il primo è Cireneo, l’altro è Bitino.