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95.«Dimmi Pampino mio, deh dimmi or quale
t’uccise empio e crudel mostro iracondo,
per dar a Bacco tuo doglia immortale,
ch’esser solea per te sempre giocondo?
Se forse ti sbranò crudo Cinghiale,
la ria progenie estirperò dal mondo,
senza lasciarne pur di tanto stuolo
a le saette di Diana un solo!

96.Se Tigre accesa d’ira, ebra d’orgoglio
de l’amato mio ben fu l’omicida,
or or dal carro mio scacciar la voglio,
come rubella, al suo Signore infida.
Se fier Leon mi diè questo cordoglio,
a quanti in grembo l’Africa n’annida
morte darò, né fia pur ch’ai Leoni
de la gran madre Cibele perdoni.

97.Ma se perfido Toro e maledetto
de’ tuoi d: non maturi il filo ha mozzo,
e con gloria sen va (come m’han detto)
del tuo sangue gentil macchiato e sozzo,
di mostrargli ben tosto io ti prometto
quanto il mio del suo corno ha miglior cozzo;
o il mio tirso fará ch’a lasciar abbia
sovra il tumulo tuo l’ultima rabbia.

98.Perché non seppi che calcar le spalle
bramav’i pur d’un Tauro iniquo e reo?
Ch’i destrier generosi e le cavalle
da l’armento Pisano e da l’Eleo,
e da’ presepi antichi e da le stalle
t’avrei recati del gran monte Ideo;
patria del bel fanciul da Giove accorto
sottratto a la cagion che mi t’ha morto.