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163.Cristalline son Tacque, auree l’arene,
smalto le sponde, i lor canali argento,
e dove Tonda a dilagar si viene
fan grosse perle ai margini ornamento.
Gli orti in vece di fior le siepi han piene
di cento gemme peregrine e cento,
e sempre verdi al freddo e fresche al caldo
l’erbe e le fronde lor son di smeraldo.

164.La rosa le sue foglie ha tuttequante
fatte di puro Orientai rubino,
il bianco giglio d’indico diamante,
di lucido carneo l’ha il gelsomino,
di zaffir la viola, e fiammeggiante
il bel giacinto è di giacinto fino,
di topazio il papavere si smalta,
e di schietto crisolito la calta.

165.Non so poscia in qual guisa o per qual via
fassi il duro metallo abile al culto,
o di Natura o d’Arte industria sia,
o miraeoi del Cielo al mondo occulto.
L’oro ne’ campi genera e si cria,
pullula in sterpo e germina in virgulto,
e fondando radici, alzando bronchi
vegeta a poco a poco, e cresce in tronchi.

166.In quel terren, che forse è piú ferace
e vie piú ch’altro di miniere abonda,
de le stelle e del Sol vie piú efficace
passa la forza e la virtú feconda,
sí che la gleba fertile e vivace
si nutrisce, s’abbarbica, e s’infronda,
e di tanto splendor veste il suo stelo,
che può quasi abbagliar gli occhi del Cielo.