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143.Partecipano assai degli elementi,
e piú di quello ov’hanno albergo e loco.
Com’amano il terren talpe e serpenti,
come pirauste e salamandre il foco,
come son l’aure molli e Tacque algenti
de’ pesci e degli augei trastullo e gioco,
cosí sono a costor care e gioconde
la terra, e Taria, e le faville, e Tonde.

144.Abita alcun di lor l’eterea sfera,
altri la regi’on sottoceleste,
altri fonte, ruscel, lago o riviera,
altri rupi, vallee, boschi e foreste.
Tutte de la selvaggia ultima schiera
son le Ninfe che vedi, ed io con queste;
ed a ciascuna un’arbore è commessa,
quasi del vivo legno anima istessa.

145.V’ha Fauni e Lari e Satiri e Sileni,
tutti han fronte cornuta e piè caprigno.
Siam noi pur, come lor, Numi terreni,
ma di sesso men rozo e piú benigno.
Ingombran l’altre ad altre piante i seni,
io qui con queste in questo tronco alligno,
e per legge di Fato e di Natura
de le noci a me sacre ho sempre cura. —

146.Tacque, e le Ninfe del frondoso monte
verso Adone affrettando il piè veloce,
cortesemente gli chinár la fronte,
affabilmente il salutare a voce.
Poi lo guidare ufficiose e pronte
con mille ossequii a l’ammirabil noce;
e lasciato lo strai, deposto l’arco,
gli aprirò il passo, e gli spedirò il varco.