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3.L’anima afflitta in sí crudel battaglia,
mentre a prova con quel questo contende,
sí come libra, le cui lance agguaglia
doppio peso conforme, in dubbio pende;
ed al gemino spron che la travaglia,
or di desire, or di furor s’accende.
Quando di lá, quando di qua la gira
alternamente o l’appetito, o l’ira.

4.Ne la guerra però, che quella e questa
passion discordante a gara fanno,
vincitor le piú volte alfin ne resta
e ne trionfa il lusinghier Tiranno,
che ’l gran competitor preme e calpesta,
onde la rabbia poi diventa affanno,
e lá dove pur dianzi era Reina,
serve di cote, ov’ei gli strali affina.

5.Sovente allor che di quant’egli brama
il fin di conseguir non gli è permesso
da l’amata beltá, che noi riama,
suol congiurar col suo nemico istesso:
Amor lo Sdegno in suo soccorso chiama,
ch’a la vendetta in un s’arma con esso.
Quel disprezzo lo stimula e l’irrita
a congiungersi seco, e dargli aita.

6.Ma s’avien che da l’Ira a terra spinto
Amor caggia dal trono ov’egli siede,
poi che pur una volta ella l’ha vinto,
e debellato ed abbattuto il vede,
qual servo il tien sott’aspro giogo avinto,
né sorger né regnar piú gli concede;
anzi lo sforza con superbo impero
a disamar quel ch’egli amò primiero.