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95.— Chi fia di voi, vaghi fanciulli e fidi,
che trovar sappia ove Tritone alberga?
e prestamente a me l’adduca e guidi,
perché quinci mi porti in su le terga?
Ite a cercarne i piú riposti lidi,
o che per Tacque Egee forse s’immerga,
o che tonar con la sonora conca
faccia del mar di Libia ogni spelonca.

96.Premio fia degno a si leggiadra impresa
nobil faretra a nobil arco aggiunta.
Eccola lá sovra quel mirto appesa,
di perle tutta e di rubin trapunta;
di canne armata a cui non vai difesa,
canne guernite di dorata punta.
D’Indico avorio e d’Arabo lavoro
orli ha d’or, fibbie d’oro, e lacci d’oro. —

97.Come al fischiar del Cernito supremo
quando a la ciurma incatenata accenna
salpar il ferro, ed afferrare il remo,
stender la vela, e sollevar l’antenna,
vedesi il legno che con sforzo estremo
tosto Tali per Tacque il volo impenna:
freme Tonda percossa, il lito stride
mentre a voga arrancata il mar divide:

98.cosí tosto che sciolse in note tali
Vener la lingua, i faretrati augelli
chi di qua, chi di lá battendo Tali,
si divisero a prova in piú drappelli;
e sparsi intorno per gli ondosi sali,
questi confini investigando e quelli,
tutte del mar, quasi corrieri e spie,
ingombrare, esplorár Tumide vie.